
Cari fottutissimi amici avrete forse capito che per un po’ proverò a rendere più piacevoli le vostre giornate con questo editoriale giornaliero dal titolo apocalittico.
Che tanto ne io ne voi, per qualche tempo, avremo un cazzo da fare.
Comincio subito col dirvi che in merito a questo lockdown col vestito della festa io avrei tenuto aperto i teatri e chiuse le fabbriche, tenuto aperto i cinematografi e chiuso gli uffici ed infine avrei tenuto aperte le scuole e serrato i supermercati, che tanto la spesa te la mandavano a casa; solo la cultura ci può salvare dal nulla che ci circonda e quindi andrebbe rivisto tutto, perché se ci siamo accorti d’essere sulla strada sbagliata non serve altro che cambiare rotta, invertire il senso di marcia. Non credete ?
Nel frattempo quel mercato delle vacche in cui si è trasformato l’election day a stelle e strisce pare si debba protrarre fino a Natale. A noi non cambia nulla, come già detto non abbiamo un cazzo da fare, ma non cambierebbe nulla a prescindere. A noi il nuovo presidente USA ci lascia indifferenti, noi abbiamo i governatori regionali come unico faro; loro sono la nostra stella cometa, con loro ci sentiamo al sicuro , come gatti in tangenziale, come il ragionier Fantozzi alpinista con capocordata Calboni.