
Quel che balza all’occhio in questo governo dei salvatori (dei migliori mi pare oramai superato) é la presenza di un ministro che in questa legislatura i governi se li é fatti tutti e tre. Si avete già capito, siete degli attenti osservatori, é proprio lui, Luigi Di Maio.
Io l’ho conosciuto parecchi anni fa, durante la campagna elettorale in cui i cinque stelle diedero il primo assalto al parlamento e Luigi mi sembrò subito uno svelto, scaltro, deciso e sicuro, politicamente parlando. Intendo dire che si vedeva una certa attenzione a voler risultare il più moderato, democristiano ed istituzionale di tutta la banda. E così é stato. Infatti fu poi eletto vice presidente della camera.
Di Maio é riuscito in questi anni in parlamento ad insinuarsi in tutto, senza mai esagerare contro gli avversari. L’unica topica fu il “mai con il partito di Bibbiano” ed infatti ancora oggi qualcuno gli rinfaccia la cosa; certo ci fu anche, mi pare e correggetemi se sbaglio, un mai col partito di Berlusconi, ed anche qualche polemica con Draghi, ma sono quisquilie. In politica, chi non cambia idea non va da nessuna parte (vedasi il Salvini dell’ultima settimana).
Va poi dato atto a Luigi di non aver mai ceduto alle lusinghe di quelli che lo volevano premier, in modo da non farsi facilmente impallinare e poter galleggiare, qua e là senza infamia e senza lode, sempre bello coperto.
Il nostro ex vice-presidente della camera, anche per la formazione del nuovo governo, ha quindi saputo giocarsi bene le carte. Certo, Conte ha dovuto far le valige ed il popolo del movimento é stato perculato su Rousseau (tant’è vero che ora in molti vorrebbero rivotare), ma cosa volete che sia. Gigi dice che il m5s deve entrare in maggioranza, combinazione vuole che il ministero degli esteri torni ad essere suo e non c’è nessun Dibba che possa tenergli testa.
Quando circa tre mesi fa, tal Brunetta ne fece l’elogio politico, io non mi sorpresi poiché quelle qualità, come vi ho detto sopra, le conoscevo già. La cosa che mi fece sobbalzare sulla sedia fu che quelle belle parole le proferì Brunetta. Ma poi ieri l’altro ho capito.
dimaio tra i peggio. al livello di razzi, ma più pericoloso, per ovvi motivi.
non sa neppure l’inglese (per non parlare dell’italiano).
w la meritocrazia!
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