SuperLega e finto moralismo

Ora tutti a stracciarsi le vesti per la nascita della Superlega europea di calcio.

Ma scusate, non vi eravate accorti che, in ogni campionato nazionale, vi era da anni una disparità incolmabile di risorse economiche e, di conseguenza, tecnico-sportiva ?

Ammetto, come vi ho già ribadito, che sicuramente questo era il momento meno indicato. Ma non si poteva pensare che chi ha lasciato che lo sport diventasse un business (federazioni in primis) continuasse a credere che le società più ricche si accontentassero, ancora per molto, delle briciole. Senza considerare che quasi tutte oramai sono quotate in borsa.

Ecco, allora evitiamo di fare i finti moralisti, di attaccarci alla poesia o al campanile.

Gli sport americani sono organizzati così da un bel pezzo e tutto va che è una meraviglia. Certo, loro hanno un organizzazione della base che passa dalle scuole superiori alle università, ma ciò non toglie che, magari anche nella vecchia Europa, non si cominci a ragionare in questi termini.

Ma che fine faranno i campionati nazionali ?

Probabilmente diventeranno più equilibrati, magari un po’ più nostrani, dando la possibilità a qualche giovane azzurro di giocare con continuità.

Vedrete che fra qualche mese, anche i più critici ed i più puri, si accorgeranno che, non avere più tra i piedi certe realtà, sarà stato solo un bene.

Lo spettacolo deve ancora cominciare, ma noi ne siamo certi: non appena si apriranno le danze, gli stadi saranno pieni, il merchandising andrà a ruba e la macchina dei soldi comincerà a girare così velocemente che in ogni dove i cori di critiche lasceranno il passo agli osanna.

Non era più sport già da un pezzo, ma non ve n’ eravate accorti; adesso fatevene una ragione.